Nel Senato Accademico di Gennaio è stato approvato, dopo una lunga discussione che si protraeva da Ottobre, il Progetto Merito, una delle proposte avanzate dal Rettore tra le Linee di Sviluppo dell’Ateneo per evidenziare e premiare il Merito dei docenti del Politecnico.
In particolare questo primo documento si è focalizzato sulla “visibilità dei contributi individuali” con l’obiettivo di dare risposta alle richieste di trasparenza, circa il lavoro dei docenti universitari, che si erano fatte pressanti negli ultimi mesi dell’anno parallelamente alla discussione sulla L.133.
Il travagliato risultato è stato la pubblicazione secondo un formato standard del Curriculum Vitae di tutti i docenti assieme alla fascia di valutazione della didattica secondo i questionari compilati dagli studenti; invece, una tabella con qualche dettaglio in più sarà visibile a Presidi e Direttori di Dipartimento e conterrà ulteriormente il n° di CFU insegnati, il link alla valutazione nella Peer Review, le credenziali scientifiche (definite secondo un modello interno), la quota di autofinanziamento.
Andiamo ora alle perplessità. La pubblicazione dei CV è una risposta significativa alla richiesta di visibilità? Purtroppo no.
La quasi totalità dei docenti mette già a disposizione sul web il proprio CV ed un nostro test lo conferma: su 100 docenti selezionati casualmente nelle diverse Facoltà, tutti, seppur in forme diverse, avevano un CV pubblicato.
La pubblicazione della fascia di valutazione della didattica rappresenta invece una novità, sarà un indice di Merito dei docenti significativo?Solo un po’.
Verrà infatti pubblicato un dato mediato su tre anni ed espresso da una lettera, A, B, C (C esprime la fascia di grande apprezzamento da parte degli studenti), ma che avrà un limitato contenuto informativo, in particolare per la sua ristretta variabilità (solo 100 docenti saranno in fascia A, mentre moltissimi apparteranno a quella intermedia, B).
Si tratta tuttavia di un buon inizio, un punto sul quale la rappresentanza insisteva da anni, in particolare per stimolare discussioni e processi di innovazione lato meritocrazia in Ateneo. Ci troviamo, inoltre, di fronte ad un grande segnale di apertura da parte del Senato e dei docenti dell’ateneo, soprattutto se rapportato alla generale chiusura rispetto alla questione da parte delle università italiane.
Ci auspichiamo quindi grande collaborazione dagli studenti, in particolare partecipazione e serietà nel compilare i questionari della didattica. Ma proseguiamo.
Si è compiuta al Polimi una svolta Meritocratica? Si sono cioè creati strumenti tali da innescare processi di miglioramento nonché tali da consentire l’individuazione e il successivo riconoscimento del merito? Non ancora.
L’aspetto forse più debole del documento di Gennaio, al contrario di quello iniziale, è la mancanza della definizione di uno standard per ciascuno dei parametri individuati come indici del merito.
Ovvero di valori di riferimento in funzione dei quali oggettivamente discriminare casi positivi (e negativi) e quindi attuare politiche di premiazione: la questione è per ora rinviata, speriamo non alle kalende greche. Continua quindi a latitare uno strumento veramente efficace grazie al quale il Rettore ed il Senato possano sia esercitare un controllo sulla qualità delle attività svolte in Ateneo, sia, correggendo opportunamente gli standard fissati, indicare localmente ai docenti le direzioni sulle quali lavorare.